Liguria

Grotta della Colombara

Grotta della Colombara 

Due caverne, un sifone, una parete ed un franata caratterizzano questo sito d'immersione molto vario dal punto di vista scenografico.

Una grande dorsale si allunga verso il mare aperto, che nella sua ripida caduta forma una lunga parete interrotta a 34 metri da un'ampia cavità ricchissima di corallo rosso, scelta dell'Università di Genova per lo studio e il monitoraggio di questo meraviglioso invertebrato.

Uscendo dalla grotta si incontrano i ventagli di Paramuricea clavata che al diminuire della profondità si alternano a quelli più piccoli di Eunicella cavolini, fino a scomparire definitivamente sulla sommità della dorsale. Qui intorno ai 24 metri si apre l'ingresso di un suggestivo camino dove talvolta è possibile incontrare un timido astice e una curiosa musdea. La volta è ancora ricoperta da piccoli rami di corallo, sebbene siano stati decimati negli anni dal passaggio dei subacquei più incauti. All'uscita è facile sorprendere cernie e dentici, le prime solitarie e schive, gli altri nuotano in branco quasi indifferenti alla nostra presenza.

Una seconda parete meno profonda, colorata di giallo da colonie di gorgonie e margherite di mare, guida all'ingresso dell'ultima grotta, la più estesa, a 8 metri di profondità.

Una diramazione si inoltra per oltre 20 metri nella roccia del Monte, un'altra porta a una suggestiva camera aerea, in cui è possibile togliersi la maschera e l'erogatore per ammirare meglio le formidabili formazioni calcaree che rivestono le pareti emerse.

In questi ambienti, con l'ausilio della torcia, l'occhio più esperto scoverà piccoli ma interessanti animali, amanti dell'oscurità, come cipree (Luria lurida), gamberi meccanico (Stenopus spinosus), gamberetti maggiore (Palaemon serratus) e intere famiglie di piccole granceole (Maja squinado). 

Relitto alla Colombara

Un itinerario alternativo può essere la visita della franata verso il dragone, un'area sicuramente meno battuta e forse per questo motivo più favorevole all'incontro a sorpresa.

Grandi scogli aprono la strada ad una parete che a sua volta guida ai resti di uno schooner, affondato durante una mareggiata, di cui sono ancora visibili le strutture in metallo come gli argani e il sartiame.

Perlustrando il fondale circostante non è difficile riconoscere qualche oggetto di bordo, sebbene la profondità elevata non permetta lunghe permanenze entro i limiti di minima deco.

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