Filippine

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25 Giugno 2013

25 Giugno 2013 - Il Sole 24 Ore            Vedi l'Articolo 

VOLANO LE FILIPPINE di AQUINO

Il voto al presidente? 8 e mezzo, quasi nove! È questo, in sintesi, il giudizio sull'economia filippina (e sulle opportunità di business offerte dal Paese) preparato dal coordinamento degli ambasciatori europei a Manila per Catherine Ashton, Alto Rappresentante dell'Unione Europea per gli Affari esteri. Con un invito alla Commissione a fare di più per promuovere i rapporti tra la Ue e la seconda economia del sudest Asiatico (dopo l'Indonesia): 104 milioni di abitanti, un Pil di 225 miliardi di dollari, una propensione al consumo nettamente superiore a quella di Paesi come Cina o Vietnam, grazie anche a 20 miliardi annui di rimesse di 10 milioni di emigrati all'estero alle rispettive famiglie.

Ogni tanto la democrazia funziona e due anni fa i filippini non hanno sbagliato a eleggere, con maggioranza quasi bulgara, Benigno Aquino alla guida del Paese. Il suo programma, inizialmente, lasciava perplessi gli investitori.
Metteva al primo posto trasparenza e lotta alla corruzione (di qui lo scetticismo) e poi una svolta nella gestione della spesa pubblica con aumento della raccolta fiscale da un lato, e dall'altro più spesa sociale (scuola, sanità) nonché un massiccio programma di infrastrutture per oltre 20 miliardi di dollari, da realizzare in partnership con il settore privato. Il Paese infatti cresce e ha bisogno di recuperare un consistente gap nelle infrastrutture e nei servizi pubblici.

A due anni di distanza anche gli scettici si devono ricredere. Aiutato da un efficace ministro delle Finanze proveniente da Ernst Young (era uno dei membri del Consiglio direttivo mondiale del gruppo) è riuscito a ribaltare tutti gli indicatori di un Paese che nel 2009 sembrava rischiare un nuovo collasso. Il Pil è tornato in crescita con una forte accelerazione (+ 6,4%) nel primo quadrimestre di quest'anno. Le riserve valutarie (80 miliardi di dollari) superano ormai il debito estero. In significativo aumento la raccolta fiscale (+ 10% nel 2011) con conseguente riduzione del rapporto deficit Pil al 2,6 per cento. Uno dei risultati è stata, in luglio, la decisione di Standard & Poor's di promuovere a BB+ il rating Paese. Gli investitori se ne erano già accorti da tempio e infatti, nell'ultimo anno, l'indice della Borsa di Manila è cresciuto del 17 per cento.

Ma soprattutto, Aquino, che ha ancora a disposizione 4 anni di presidenza, è riuscito a mantenere alto il livello di consenso. La ristretta élite (una cinquantina di famiglie) che ha in mano le leve economiche del Paese ha capito che il clima è cambiato e che le vecchie connivenze non funzionano più.

La posta in gioco, ora è il pacchetto infrastrutture in regime Ppp (Public Private Partnership). A fine luglio l'apposita task force costituita dal Governo Aquino ha pubblicato una lista di 21 progetti ormai deliberati, di cui uno (autostrada di scorrimento veloce) già assegnato. Nel consorzio che ha vinto figura anche un'impresa spagnola. «Il procedimento è stato più lungo del previsto - spiega Riccardo Mattei, direttore di Leigh Fisher Italia, ingaggiata dalla Banca Mondiale per supportare il Governo di Manila in uno dei progetti - ma il ritardo è dovuto a un motivo importante: la necessità di mettere in atto una procedura di selezione e approvazione efficace e trasparente».

Per tre progetti (una metropolitana leggera, un'autostrada e la costruzione di un complesso scolastico) sono aperte le gare. Mentre per gli altri si è aperta la fase di prequalifica: la lista include diverse autostrade, un'altra linea metropolitana, centri di stoccaggio dei cereali, catene del freddo per sviluppare il conferimento di raccolti agricoli e centri di lavorazione della produzione ittica nonché il potenziamento di due aeroporti e del sistema di approvvigionamento idrico di Manila (11 milioni di abitanti).

Nelle Filippine, ciò che era mancato finora era soprattutto la presenza di una struttura statale e credibile. Le cose, a giudizio dei diplomatici ma anche della business community europea a Manila, stanno cambiando. Per il meglio. In questo contesto anche Confindustria, in collaborazione con l'ambasciata filippina a Roma, ha deciso di indire una riunione a Roma per il 12 settembre con le imprese italiane interessate al mercato. Obiettivo: verificare la fattibilità di una missione imprenditoriale nel Paese.    Per Saperne di Più

 

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